Concorso docenti: via libera del governo.
Il primo passo è stato fatto. Ancora c’è da attendere per il bando di concorso, atteso da migliaia di precari e aspiranti professori, ma almeno il governo ha dato il via libera al decreto che autorizza il ministero dell’Istruzione ad avviare le procedure concorsuali per reclutare 63.712 docenti. L’atto costituisce il prerequisito per l’emanazione del bando di concorso che la legge 107 prevedeva entro il 1° dicembre 2015. Tra questi 52.828 sono posti comuni, 5766 di sostegno e 5118 posti di potenziamento. I nuovi insegnanti assunti attraverso il prossimo concorso saranno utilizzati per coprire i posti lasciati vacanti e disponibili nel corso del prossimo triennio, 2016-2018.
Sulla ripartizione dei posti per regione e per classe di concorso le OO.SS. di categoria hanno ripetutamente chiesto al MIUR la dovuta informativa che l’amministrazione si è impegnata a fornire non appena fosse concluso l’iter di autorizzazione.
A questo punto, dunque, si spera non ci siano ulteriori slittamenti e che nei prossimi incontri calendarizzati vengano rese pubbliche queste dovute informazioni.
Come dicevamo a prevedere il concorso è la legge 107, che però fissava al 1° dicembre la data entro cui pubblicare il bando. Un termine che non è stato rispettato, e che anzi rischia di slittare ancora. Infatti il via libera della Funzione Pubblica è solo uno dei passaggi chiave per poter fissare i criteri del bando di concorso. Il vero nodo da sciogliere è il decreto sul regolamento delle nuove classi di concorso, che dopo un lungo e faticoso travaglio in Parlamento ora dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri. Il regolamento dovrà poi ricevere sia il visto del presidente della Repubblica che quello della Corte dei conti. Se a questi problemi associamo la pausa di fine anno non serve l’indovino per comprendere che il bando non sarà ufficiale prima della fine di gennaio.
Trapelano forti indiscrezioni che danno, a dispetto di quanto anticipato, l’eliminazione della prova preselettiva anche per aspiranti maestri e insegnanti di scuola primaria. Quindi prova scritta e prova orale per tutti. Confermata invece la volontà di attribuire punteggi specifici a chi ha già prestato servizio, per facilitare l’ingresso nel mondo della scuola di precari esclusi dal maxi piano di assunzioni partito a settembre.