Adesso è scritto nero su bianco, il blocco del contratto è legge. Stop agli aumenti fino al 2015. Le dichiarazioni dei sindacati.
Prime dichiarazioni dei sindacati di categoria sui contenuti della Legge di Stabilità 2015 varate dal Consiglio dei Ministri di ieri che riguardano la Scuola. Tra le misure riportate nel testo della Legge di Stabilità, c’è anche il blocco economico della contrattazione fino al 31 dicembre del 2015. Ci sarà una deroga per la scuola? Si ma per avviare il “merito”. Blocco, quindi, per un altro anno. Si tratta dell’Art. 21 del Titolo III della Legge di Stabilità, nel quale al comma 1 si proroga anche al 2015 quanto previsto dall’articolo 9, comma 17, secondo periodo, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. Per sbloccare il contratto, i sindacati hanno organizzato una petizione online, che ad oggi ha raccolto ben 7184 firme alla petizione #sbloccacontratto.
“Che in una manovra da 36 miliardi non si trovi nemmeno un euro per rinnovare contratti di lavoro fermi da oltre sei anni non è solo un’ingiustizia per milioni di lavoratori e per le loro famiglie, è anche il segno di un’evidente incapacità di cogliere l’importanza e il valore del lavoro pubblico per la collettività.” Questa in duro commento di Francesco Scrima, coordinatore CISL Lavoro Pubblico che aggiunge: “Non è certo penalizzando chi vi opera che si può sostenere l’efficacia e la qualità del servizio pubblico, ed è proprio la contrattazione il terreno giusto su cui costruire scelte condivise avendo per obiettivo la massima efficienza nell’uso delle risorse investite nel sistema. Quella del governo è una scelta miope e sbagliata, che mortifica la dignità del lavoro.”
Dello stesso tenore il comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL che afferma: “Le misure sulla scuola contenute nel testo in entrata del ddl di stabilità 2015 avranno come effetto immediato il peggioramento della qualità dell’offerta formativa e delle condizioni di lavoro. Viene bloccato il rinnovo del contratto nei settori pubblici con il chiaro intento di ridurre i salari e i diritti in tutte le pubbliche amministrazioni. È sicuramente importante aver stanziato un miliardo per la stabilizzazione di una parte dei precari nella scuola. Ma nulla viene previsto per tutti gli altri comparti della conoscenza dove nei prossimi mesi si rischia il licenziamento di tantissimi precari.”
“Siamo di nuovo ad una ingiusta, doppia penalizzazione per insegnanti e personale della scuola: blocco del contratto e blocco degli aumenti di anzianità” – commenta Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola. “Nessun aumento, né per presunti pigri, né per presunti meritevoli fino al 2019. Questo è il grande buco nero della politica sulla scuola: penalizzare anziché valorizzare l’impegno di docenti e personale (con gli stipendi agli ultimi posti in Europa) non è la via per la scuola di qualità.”