Merito e valutazione: le prime dichiarazioni del Ministro Giannini che fanno discutere.
Sono trascorsi pochi giorni dall’insediamento del nuovo Governo guidato dall’uscente sindaco di Firenze Matteo Renzi e le dichiarazioni del neo Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini fanno già discutere e storcere il naso. “Merito e valutazione” queste le parole chiave che segnano la strada del cambiamento cui i tecnici del ministero dovranno attenersi e lavorare. Bene il merito ma servono risorse. Considerando che le retribuzioni dei nostri docenti sono tra le più povere d’Europa, e che gli scatti d’anzianità servono ad alleviare stipendi inadeguati sembra difficile pensare a un’apertura al merito che consenta agli insegnati di essere premiati in base ai loro miglioramenti. Che gli stipendi degli insegnanti italiani siano i più bassi dei colleghi degli altri Paesi occidentali è un dato di fatto incontrovertibile confermato dai dati del 2013 dall’indagine condotta da Education at glance dell’Ocse che ha confermato per i docenti in Italia gli ultimi posti per le progressioni di carriera. La forbice stipendiale che ci differenzia dal resto dei colleghi europei si allarga sempre di più andando avanti con l’anzianità di servizio. Un docente italiano appena immesso in ruolo ha una retribuzione media di 28mila dollari l’anno contro una media di 30mila circa dell’area Ocse. Disavanzo destinato a crescere se ci riferiamo ad esempio ad un insegnate con 15 anni di servizio: un docente italiano percepisce circa 37mila dollari contro i quasi 46.500 dei colleghi spagnoli e i ben 70mila dei colleghi tedeschi.
Per il momento i sindacati si sono limitati a protestare e a ribadire che si potrà parlare di merito solo se si scioglierà il nodo del contratto e se saranno messe in campo nuove risorse. A meno di sorprese sarà impossibile inserire nel prossimo CCNL disposizioni che possano aprire spazi per la valutazione dei docenti e delle scuole. Il Ministro dal canto suo si è augurata che in virtù di una nuova progressione sul merito si possano superare il meccanismo degli scatti automatici che come ha dichiarato al Messaggero: “Sono il frutto di un mancato coraggio politico del passato”.
Se pensiamo che solo qualche mese fa si è sfiorata una crisi politica all’interno dell’allora Governo Letta per il recupero coatto di 150 euro dagli stipendi dei docenti per gli scatti percepiti nel 2012 per fortuna bloccati, si comprenda appieno la difficoltà e l’azzardo di legare la progressione di carriera dei docenti al merito scavalcando gli scatti che rimangono l’unico modo per difendere il potere di acquisto dei salari.
Nell’immediato il neo-ministro dovrà affrontare nodi altrettanto strategici come il ripristino degli scatti stipendiali e il taglio del MOF, e da come li affronterà, capiremo quante e quali sono le possibilità di mettere in cantiere misure idonee a rilanciare il sistema scolastico italiano.
Il nostro augurio al Ministro è di compiere scelte per il bene della Scuola creando un clima di collaborazione con tutti gli operatori del settore che con grandi difficoltà ogni giorni portano avanti un compito non facile per il bene dell’intero Paese.