Brevi riflessioni Legge Stabilità 2013.

articolo scritto il 13 Ottobre 2012

Fumata nera sugli scatti di anzianità del personale della scuola. Il tentativo di conciliazione svoltosi l’11 ottobre al Ministero in merito alla questione delle progressioni stipendiali è fallito. Il Governo «continua a eludere una trattativa indispensabile per dare risposta alle attese dei lavoratori» dicono i segretari generali di Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu che hanno deciso di proclamare lo sciopero della categoria riservandosi di fissare lunedì la data. Ad inasprire ulteriormente gli animi come se non bastasse la massacrante dieta forzata imposta agli organici dei docenti ed ata degli ultimi quattro anni è l’innalzamento dell’orario di servizio settimanale dei docenti delle superiori così come recita l’ Art. 3 della bozza della Legge di Stabilità 2013

“A decorrere dal 10 settembre 2013 l’orario di servizio del personale docente della scuola primaria e secondaria di primo e di secondo grado, incluso quello di sostegno, è di 24 ore settimanali.

Nelle sei ore eccedenti l’orario di cattedra il personale docente non di sostegno della scuola secondaria titolare su posto comune è utilizzato per la copertura di spezzoni orario disponibili nell’istituzione scolastica di titolarità e per l’attribuzione di supplenze temporanee per tutte le classi di concorso per cui abbia titolo nonché per posti di sostegno, purché in possesso del relativo diploma di specializzazione.

Le 24 ore di servizio del personale docente di sostegno sono dedicate interamente ad attività di sostegno. L’organico di diritto del personale docente di sostegno è pari, a decorrere dall’anno scolastico 2013/2013, a quello dell’anno scolastico 2012/2013.”

Ed è subito guerra dei numeri sui possibili effetti in termini di riduzione dei posti di lavoro che da ambienti sindacali e ministeriali si affrettano a snocciolare. Secondo il dati ministeriali la riduzione determinerà la soppressione di  6.500 posti; più allarmante il dato dei maggiori sindacati che quantificano il 25.000 i posti di lavoro più 4.000 cattedre di sostegno. Le 6 ore settimanali in più andrebbero infatti a coprire le ore di supplenze e gli “spezzoni” di cattedre (cioè le cattedre non complete). Attività oggi effettuate dai docenti con contratto a tempo determinato, cioè dai “precari”. Su quanti di loro aspettavano una stabilizzazione, questo provvedimento rischia di abbattersi come una mannaia. Intanto, però, da giorno 6 ottobre e ricordiamo fino al 7 novembre è possibile produrre domanda di partecipazione al concorso, finalizzato a mettere in cattedra 12 mila nuovi docenti. Altrettanti saranno quelli sfornati alla fine di questo anno scolastico dal Tfa (tirocinio formativo attivo, il corso post lauream di durata annuale con il quale si conseguirà l’abilitazione all’insegnamento). Che fine faranno questi 24 mila nuovi docenti, se è previsto un taglio di 25 mila? La matematica non è un’opinione.

E il mondo politico già pesantemente colpito dai recenti scandali finanziari come reagirà davanti ad una situazione incandescente come questa? Si assumerà il coraggio di sostenere le decisioni del Governo su scelte così impopolari considerando gli importanti appuntamenti elettorali che coinvolgeranno il nostro Paese nei prossimi mesi? Staremo a vedere. Di sicuro questo si preannuncia un anno dai risvolti indiscutibilmente imprevedibili.

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