MOBILITA’ 2016/2017: I NODI VENGONO AL PETTINE.
Non passa giorno senza che venga al pettine qualche nodo legato alla legge 107. Tutti i difetti e le incongruenze da tempo denunciati dalle OO.SS. di categoria emergono con sempre maggior evidenza. Ieri sulle assunzioni, oggi sulla mobilità, dove si rischia davvero una situazione ingestibile. E’ per questi molteplici problemi che con una nota unitaria le OO.SS. hanno richiesto al MIUR di rinviare l’incontro previsto per oggi sul tema della mobilità 2016/2017.
L’amministrazione nel corso dell’ultima riunione del 3 dicembre ha risposto ai nodi rappresentati da tutte le OOSS rappresentando di fatto l’impossibilità di discostarsi dalle previsioni della legge 107, in particolare con riferimento alla titolarità di ambito territoriale.
L’ipotesi prospettata per grandi linee prevede il mantenimento della mobilità annuale articolata in tre fasi:
- Prima fase destinata ai docenti assunti nella fase zero e fase A a cui verrebbe assegnata la titolarità su una scuola nell’ambito della provincia assegnata. A questa fase parteciperebbero anche i docenti collocati fuori ruolo che rientrano nel ruolo di provenienza. Apertura è stata manifestata rispetto all’assegnazione della titolarità di scuola ai docenti DOS che sarebbe assegnata sempre in questa fase.
- Seconda fase rivolta alla mobilità straordinaria volontaria su tutto il territorio nazionale dei docenti assunti entro l’a.s. 2014/15 che in caso di trasferimento acquisirebbero la titolarità di ambito territoriale
- Terza fase destinata all’assegnazione della titolarità di ambito territoriale ai docenti assunti nella fase B e nella fase C. In questa fase i docenti assunti da concorso ordinario avrebbero la precedenza nei limiti della Regione assegnata. Successivamente verrebbero trattati i docenti assunti dalle GaE che dovranno obbligatoriamente esprime la preferenza per tutti gli ambiti nazionali.
Che cosa succederà? Molte sono le incertezze e criticità. Ad esempio per i neo assunti la legge prevede ben tre diversi trattamenti, con disparità ingiustificabili tra assunti da concorso o dalle GAE; avremo docenti bloccati forzosamente lontano da casa, altri che rischieranno di finirci, assegnati in una qualunque delle 100 province italiane. Ed è l’introduzione degli ambiti a gettare nell’incertezza anche chi, in ruolo da anni, ambiva a collocarsi in una scuola diversa.
Il contratto sulla mobilità si spera possa essere l’occasione per porre rimedio a uno stato di cose che determinerà notevoli disagi e gli immancabili contenziosi legali di cui la scuola non ha davvero necessità.