L’unione fa la scuola. Incontro RSU 11 settembre a Roma.
>>> La scuola si governa e si riforma attraverso la partecipazione e la condivisione, ampliando gli spazi di collegialità, di confronto e di contrattazione. Prosegue l’impegno per scongiurare gli effetti più dannosi che potrebbero derivare dall’applicazione di una legge di cui si fanno ogni giorno più evidenti gli errori, le carenze e le criticità: per questo chiediamo da subito l’apertura di un confronto sui provvedimenti attuativi, ferma restando la nostra rivendicazione di indispensabili interventi di modifica in sede legislativa. Va dato avvio al negoziato per rinnovare il contratto nazionale di lavoro scaduto da oltre sei anni. La contrattazione è fattore importante di buon governo e di sostegno a una vera innovazione, la sua valorizzazione è in questa fase obiettivo centrale dell’azione sindacale. Una centralità che proprio la presenza e il protagonismo dei componenti delle RSU pone in grande evidenza. Dal rinnovo del contratto il personale della scuola attende il giusto riconoscimento, anche sul piano salariale, del valore del suo lavoro. >>>
Con questo comunicato unitario, davanti a più di mille rappresentanti RSU riuniti ieri a Roma al teatro Quirino, i segretari generali dei cinque sindacati rappresentativi hanno ribadito, insieme, la continuità della lotta contro la legge 107, la cosiddetta Buona scuola, annunciando una giornata di mobilitazione a livello regionale entro ottobre. Tutte le organizzazioni sindacali e gli operatori della scuola, hanno seguito con grande attenzione l’intero percorso che ha condotto alla stesura del disegno di legge e alla successiva discussione alle Camere, conclusa con l’approvazione della legge 107/2015. Un percorso che ha preso avvio col rapporto su “La Buona Scuola” del settembre 2014 e che li hanno visti impegnati a produrre documenti e ad assumere iniziative di vario genere, da quelle di riflessione e approfondimento a quelle di mobilitazione che sono poi culminate nello sciopero del 5 maggio e continuate fino al voto definitivo sulla legge. La protesta pertanto non si placa e il nuovo anno scolastico si preannuncia ancora più infuocato di quello precedente.