Senza risorse niente riforme.
Continua il dibattito dopo le affermazioni del sottosegretario all’istruzione Roberto Reggi sulla riforma “epocale” che il Governo ha intenzione di predisporre. A ragionare sull’argomento sollevando alcune perplessità questa volta è Beppe Fioroni deputato del PD ed ex ministro all’istruzione intervistato da Alessandra Ricciardi per il quotidiano Italia Oggi in edicola questa mattina. “ Scuole aperte non-stop, corsi di recupero in sede, premi ai docenti più impegnati, <<si, ma con quali soldi? Senza le risorse non si fanno le rivoluzioni. Mica si può chiedere ai docenti di lavorare di più a zero euro, questo vorrebbe dire che pensiamo che nessuno di loro oggi lavora>>”. E’ questo il commento del deputato del PD con cui si apre l’articolo “Scuola, niente riforme senza soldi”. “ Il governo va sostenuto nel processo di riforme, ma servono idee chiare e risorse” dice Fioroni.
Alla domanda:”Anche lei difende lo status quò? Cosa c’è che non va nel piano del governo per la nuova scuola? La Risposta di Fioroni:” Innanzitutto si tratta di elaborazioni che non sono ancora ufficiali, come ha precisato lo stesso sottosegretario Reggi. Io ne apprezzo il coraggio e la franchezza nell’affrontare i problemi della scuola italiana. Però faccio una sottolineatura: per cambiare davvero serve il coraggio della concretezza. Per esempio non si può dire come fece Gianfranco Pollilo, sottosegretario del governo Monti, che il numero di docenti lo si stabilisce in base alle risorse e non in base agli alunni iscritti. Significherebbe violare il diritto costituzionale di tutti all’istruzione. E poi condivido che c’è bisogno di merito anche per i docenti, ma ricordo che già nel contratto vigente è previsto ma non è mai stato attuato perché non finanziato.
L’articolo si conclude con questa domanda:” I conti pubblici italiani sono fragili, mancano anche le risorse per la cassa integrazione”. La risposta di Fioroni: “ Si, ma non può passare la favola che i docenti lavorano poco, fanno troppe ferie, sono poco disponibili e dunque guadagnano troppo… Chi conosce la scuola italiana sa che non è così. Il premier Matteo Renzi ha ben messo la scuola al centro dell’agenda di governo, ora deve avere il coraggio di passare agli investimenti”.
Come fare quindi a realizzare un piano così ambizioso con le scarse risorse economiche a disposizione? E’ possibile parlare di scuole sempre aperte quando solo ieri ha fatto discutere la notizia che le scuole superiori saranno chiuse al sabato per crisi a Genova? Lo conferma la Provincia con una nota del Commissario inviata ai dirigenti scolastici. Dunque, «chiusura al sabato degli istituti superiori gestiti dalla Provincia di Genova e orario curricolare esteso su cinque giorni settimanali a decorrere dal prossimo anno scolastico 2014-2015» a causa del «perdurare della crisi finanziaria determinata dai pesanti tagli ai trasferimenti agli Enti locali e aggravata dai provvedimenti governativi». In un clima di forti incertezze determinato dagli effetti ancora pesanti della crisi con risorse ridotte ai minimi termini.