Anno nuovo = Vecchi problemi.
Al via oggi la prima campanella del nuovo anno e dopo quasi due settimane di stop natalizio personale scolastico e studenti ritornano a scuola. Rispetto a un anno fa sono cambiate molte cose: governo, il ministro alcuni alti dirigenti del MIUR ma una cosa stenta a cambiare: la perplessità e l’amarezza di quanti vivono la scuola direttamente e indirettamente. I processi di cambiamento in un apparato istituzionale e organizzativo com’è quello della scuola italiana sono necessariamente lenti, ma l’impressione generale è che l’attività Governativa non si faccia promotrice di nessun cambiamento dell’attuale situazione. L’immobilismo come il blocco pluriennale dei contratti e delle retribuzioni e il recupero attraverso la decurtazione di 150 euro mensili come restituzione di somme già pagate nel 2013 e relative agli scatti di anzianità del 2012, l’edilizia scolastica ferma al palo, la dispersione scolastica che per il quarto anno consecutivo registra che il 17,6% degli alunni italiani ha lasciato la scuola in anticipo contro la media Ue del 12,7%, molti docenti supplenti ancora senza stipendio; sono circostanze che di certo non lasciano ben sperare. Era il 9 settembre 2013 quando Il Consiglio dei Ministri approvava, su proposta del presidente del Consiglio, Enrico Letta e del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza, un decreto legge dal titolo “L’Istruzione riparte” che puntava a garantire un miglior avvio dell’ anno scolastico e accademico e a gettare le basi per la scuola e l’università del futuro restituendo ai settori della formazione centralità e risorse. Una boccata di ossigeno con una serie di interventi dal welfare dello studente ai libri di testo, dalla lotta alla dispersione al potenziamento dell’offerta formativa e alla tutela della salute a scuola ma soprattutto interventi miranti a dare continuità al servizio scolastico incrementando l’insegnamento con l’assunzione di 69mila docenti, 16mila ata e 26mila docenti di sostegno. Interventi lodevoli e sperati in controtendenza rispetto ad anni di tagli che però con rammarico di tutti stridono con le notizie che spesso nostro malgrado riportiamo sulle nostre colonne. Oggi l’ennesima brutta notizia dal portavoce del M5S alla Camera Onorevole Gallo attraverso un messaggio su Facebook con il quale denuncia lo stop da parte del Ministero dell’Economia su decreto autorizzativo della prima trance di assunzioni di insegnanti di sostegno. Il motivo è che la Ragioneria di Stato e il Ministero dell’Economia disconoscono i 26.684 docenti di sostegno di nuova costituzione previsti dal decreto. Anno nuovo ma sempre vecchi problemi. In attesa di conoscere l’esito dell’incontro previsto il 16 gennaio tra il Ministero e i sindacati per affrontare proprio questa questione a noi non resta che sperare nel cambiamento e che l’istruzione davvero riparta.