La “Buona Scuola” è legge: Il Presidente Mattarella firma, ma la protesta non si ferma.

articolo scritto il 14 Luglio 2015

“#labuonascuola il Presidente Mattarella ha firmato la legge”. Poche parole affidate ad un tweet del Miur per annunciare la firma ad una delle leggi più discusse del governo di Matteo Renzi.

“Il momento è di grande soddisfazione – ha commentato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini – e un ringraziamento sentito, ovviamente sul piano istituzionale, va al presidente Mattarella. Si chiude un capitolo importante, che è quello legislativo, per i tempi che siamo riusciti a rispettare anche grazie alla solidità di questo passaggio, oltre che di quello parlamentare.”

Doccia fredda  e scontato epilogo sulle residue speranze dei docenti che avevano sollecitato i capigruppo di Camera e Senato a incontrare Mattarella per convincerlo a non firmare la legge di riforma scolastica. Non hanno quindi prodotto nessun risultato le numerose manifestazioni indette dai precari nelle diverse città della nostra penisola contro la nuova riforma scolastica, a nulla è servito lo sciopero della fame che un nutrito gruppo di docenti precari aveva intrapreso qualche giorno fa. Ma il mondo politico, rappresentato dai senatori di SEL e Lega Nord, non hanno perso tempo ed hanno chiesto un’udienza urgente con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Anche gli studenti protestano e criticano la scelta di Mattarella di firmare la legge :“La firma del Presidente della Repubblica è ingiusta, considerando anche i profili di incostituzionalità della legge. Dopo mesi di cortei, occupazioni, proposte alternative e scioperi è assurdo che non si sia fatto un passo indietro. “Da settembre renderemo le scuole ingovernabili.” – dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti – “Renzi non ha compreso l’entità della resistenza che metteremo in campo. Il movimento della scuola ha già dimostrato di essere maggioritario nel Paese e non si fermerà. Mattarella avrebbe fatto bene ad ascoltare le voci della protesta, invece di legittimare l’autoritarismo di Renzi”

Con la pubblicazione nei prossimi giorni in Gazzetta Ufficiale si potrà, dunque, dare il via al piano assunzionale che porterà in cattedra in due anni poco più di 100mila docenti e 60mila con il prossimo concorso a cattedra che dovrà essere varato entro fine anno. La prima fase quella denominata “fase zero” è già partita per la copertura di 36.627 cattedre su posto comune e sul sostegno vacante.

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