Investire nelle risorse umane eliminando il precariato. Le linee guida illustrate dal Ministro Giannini.

articolo scritto il 25 Agosto 2014

Eliminazione del precariato, maggior riconoscimento del merito degli insegnanti e autonomia scolastica: questi gli obiettivi principali illustrati dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, parlando al meeting di CL di Rimini. Linee guida contenute nel “pacchetto scuola” che il premier Matteo Renzi si accinge a portare venerdì sul tavolo del Consiglio dei ministri.

“Vogliamo eliminare il precariato” – “Il 29 agosto sarà l’occasione per presentare la ‘visione’ del nostro governo sui temi dell’istruzione e in particolare della scuola, a cui seguirà poi un provvedimento che è in costruzione da mesi”, ha spiegato il ministro, assicurando che “il governo intende eliminare il precariato nella scuola” ribadendo che “le supplenze non fanno bene né a chi le fa né a chi le riceve.

Nessuna tripartizione delle qualifiche – Sembra ormai archiviata definitivamente la proposta di una tripartizione di qualifiche (tre gradi di carriera: insegnanti ordinari, esperti e senior) con un ripescaggio della cosiddetta legge Aprea. A questo proposito i sindacati hanno già messo le mani avanti confermando che qualunque tentativo riguardante le indiscrezioni di un intervento sugli scatti o di introdurre elementi di meritocrazia al di fuori di un sistema contrattuale sarebbero considerati inaccettabili.

A parte il personale della scuola, gli altri due grandi capitoli su cui il provvedimento del governo si articolerà sono l’autonomia scolastica e programmi e competenze degli studenti. Nei giorni scorsi i contatti tra Giannini e Renzi sono stati molto fitti. Il Piano è stato elaborato negli uffici del Miur sulla base di quanto ‘uscito’ dai Cantieri istituiti a viale Trastevere per fare una fotografia dell’esistente e avanzare possibili soluzioni; il premier ha poi valutato tra queste quelle “politicamente fattibili”.

Venerdì saranno presentate dunque le linee guida “operative” che non avranno tuttavia ripercussioni immediate sull’anno scolastico che sta per iniziare. Da settembre partirà una consultazione di forze politiche e sociali e sarà aperto un dibattito che andrà avanti per un paio di mesi. Poi il governo tirerà le somme e procederà con i provvedimenti. A differenza di quanto accaduto, talvolta, negli anni passati questo “pacchetto scuola” non dovrebbe essere una misura a costo zero, ma un intervento coperto da un cospicuo stanziamento di risorse. Nei giorni scorsi Renzi ha parlato di un miliardo da prevedere nella legge di stabilità.

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