Il secco No della Politica alla Legge di Stabilità

articolo scritto il 22 Ottobre 2012

Mattinata difficile per Mario Monti che darà il via, a palazzo Chigi, a una serie di faccia a faccia con i leader di partito che sostengono il governo con la legge di stabilità come argomento centrale. Bersani e Alfano hanno già pronunciato l’altolà: per il segretario Pd, le norme sulla scuola sono ”invotabili”, mentre il Pdl attacca su Iva e detrazioni: toccarle sarebbe un ”tradimento”. A non andare giu’ al Partito Dmocratico sono innanzitutto le norme sulla scuola, a partire dai tagli da 700 milioni e dall’allungamento da 18 a 24 ore settimanali dell’orario di lavoro dei professori. Cavalcando l’onda crescente della protesta degli insegnanti, arrivata di fronte al ministero dell’Istruzione, Bersani ha definito le misure ”invotabili”, perche’ ”finirebbero per dare un colpo ulteriore alla qualita’ dell’offerta formativa”. Dello stesso profilo e impegno il leader del Pdl Alfano a cui fa eco Casini del Udc.

Da alcune indiscrezioni che trapelano dalla riunione si parla di un parziale aumento a 21 ore e non più a 24, ma ripetiamo sono solo indiscrezione che se confermate non risolveranno la situazione bensì inaspriranno ulteriormente gli animi già infuocati di tutti i lavoratori della scuola.

Sarà la volta buona che la politica si schiera con i comuni cittadini soprattutto in un periodo così intenso di appuntamenti elettorali? Staremo a guardare.

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