15 settembre: si torna a scuola tra proposte e malcontenti.
Primo suono della campanella per circa 8 milioni di studenti che oggi sono ritornati sui banchi di scuola dopo la lunga pausa estiva. Un rientro in classe che coincide con l’avvio della consultazione online sulle linee guida per la scuola varate dal governo nei giorni scorsi. E’ tutto il Governo oggi ad entrare in classe per il primo giorno di scuola. I titolari dei dicasteri del governo Renzi hanno risposto all’appello recandosi ciascuno in un istituto, per lo più quello dove hanno studiato, per confermare, con la loro presenza, che l’esecutivo in carica ritiene davvero la scuola una priorità. Il presidente del Consiglio ha scelto di celebrare l’avvio dell’anno nell’Istituto Don Puglisi di Palermo dedicata al sacerdote ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. “Combatteremo la mafia ogni giorno, cominciando proprio dalle scuole”, ha aggiunto il presidente del Consiglio prima di parlare della piaga del precariato: “”Nella scuola ci sono 149mila persone che hanno l’obbligo di essere assunte”. Li portiamo dentro non per farli contenti ma perché siamo in condizione di valorizzare il merito e chi fa bene il proprio dovere non ha nulla da temere. Con la prossima legge di stabilità cambieremo il sistema di funzionamento della scuola”, ha concluso il premier. La titolare dell’Istruzione, Stefania Giannini, è rimasta invece nella Capitale e ha visitato una scuola della periferia romana, l’istituto tecnico agrario “Emilio Sereni”. Il ministro comincerà da lì l’annunciato tour per parlare della “Buona scuola”, che toccherà anche il suo liceo di Lucca. Sparsi per lo stivale gli altri membri del Governo: il ministro Gian Luca Galletti è atteso alla scuola Marconi di Bologna, il ministro Maurizio Lupi alla Cabrini di Milano mentre il ministro Giuliano Poletti all’istituto tecnico Scarabelli di Imola. Non sono mancate le proteste. A Palermo, davanti all’Istituto Don Puglisi i docenti precari hanno manifestato contro il governo. “Chiediamo la stabilizzazione, l’immediata immissione in ruolo. Nella scuola ci sono cattedre vuote”. I manifestanti hanno striscioni con scritto “Premiate il merito”, “Esclusi senza motivo”.
Sul fronte sindacali le OO.SS. di categoria lanciano la campagna #Sbloccacontratto: una raccolta di firme del personale della scuola, che già nel titolo annuncia le intenzioni. Il Governo annuncia un nuovo blocco del contratto e degli aumenti per anzianità, mentre ipotizza “scatti di merito” (solo per il 66% dei docenti) che comunque partirebbero solo dopo il 2018. Il risultato? Nessun aumento, per nessuno per altri tre anni. Retribuzioni ferme fino al 2019. Un meccanismo di riduzione che per il triennio 2016-1018 vale oltre un miliardo di euro. E’ il caso di dirlo: se questo è il primo giorno, chissà come saranno i prossimi mesi!