Rapporto McKinsey: i dati riferiti ai giovani italiani.

articolo scritto il 15 Gennaio 2014

Colpa della crisi oppure della scarsa preparazione la causa della disoccupazione giovanile? Ancora una volta il sistema istruzione italiano è sotto la lente d’ingrandimento dell’UE. Questa volta il quadro è tracciato dal rapporto McKinsey, condotto su otto Paesi Ue e presentato ieri a Bruxelles presso il centro di ricerca Bruegel («Il viaggio tempestoso dell’Europa, dall’educazione all’occupazione»). Il 47% delle imprese italiane è in difficoltà nel trovare i lavoratori giusti. E’ la percentuale più alta fra tutti i Paesi Ue. Nelle stesse condizioni sono, infatti, il 45% degli imprenditori greci, il 33% di quelli spagnoli, il 26% dei tedeschi. Gli imprenditori non li trovano, i lavoratori loro non sanno come e dove farsi cercare. In sostanza domanda e offerta non si incontrano. Lo studio condotto su otto Paesi Ue e presentato ieri a Bruxelles, riporta che “In Italia, Grecia, Portogallo e Regno Unito sempre più studenti stanno scegliendo corsi di studio collegati alla manifattura, alla lavorazione, nonostante il brusco calo nella domanda in questi settori. E in generale, non è una cosa positiva vedere un ampio numero di giovani scommettere il loro futuro su industrie in decadenza… Ci sono abbinamenti sbagliati, educatori e imprenditori non stanno comunicando fra loro”.

Riferendosi sempre a quanto accade nel nostro Paese: «Datori e fornitori di lavoro o di istruzione hanno percezioni molto differenti. Il 72% degli educatori in Italia pensano che i ragazzi abbiano le attitudini di cui avranno bisogno alla fine della scuola; ma solo il 42% degli imprenditori concorda con questo. La percezione di questo divario riflette una mancanza basilare di comunicazione.

Solo il 41% dei datori di lavoro dice di comunicare regolarmente con i dirigenti delle scuole, e solo il 21% considera questa comunicazione effettiva».

Sono questi i temi su cui a nostro modesto parere si dovrebbe attentamente discutere per il bene dei nostri giovani, delle imprese e soprattutto del Paese.

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