Sindacati uniti ma non troppo.

articolo scritto il 29 Ottobre 2012

Con la scelta della FLC CGIL di confluire nell’azione di lotta intrapresa da SNALS-CONFSAL, CISL scuola, UIL scuola e Gilda che ha indotto questi sindacati a proclamare lo sciopero generale del 24 novembre rappresenta una notizia positiva e non lascia più alibi né al Governo né alle forze politiche in relazione ad una risoluzione positiva alle motivazioni di fondo della protesta in atto.

Senza dubbio la ritrovata azione unitaria su obiettivi ben chiari e precisi incrementa la possibilità che, non solo sull’inaccettabile e illegittimo intervento sull’orario di insegnamento, di cui è concretamente ipotizzabile il ritiro, ma anche l’annosa vicenda del riconoscimento delle anzianità del 2011 possa sfociare in una conclusione positiva.

Questa ritrovata unione che all’inizio annoverava la partecipazione anche dei sindacati di base è durata pochi giorni. Infatti  il progetto di uno sciopero unitario con tutti i sindacati dopo un’iniziale adesione, dei Cobas che hanno infatti deciso ad anticipare la mobilitazione di una decina di giorni, fissando la protesta al 14 novembre ora, anche l’Unicobas  ha deciso di convogliare sui “cugini”. Molte sono le motivazioni che hanno indotto i sindacati di base a sganciarsi dalla manifestazione del 24 novembre, motivazioni che vanno dalla non condivisa piattaforma proposta alla scelta del giorno, che come sappiamo ricade di sabato giorno in cui si registra una drastica assenza del personale in servizio soprattutto per il settore primario e medie.

Intanto la tensione resta alta e neppure gli emendamenti presentati alla VII commissione cultura alla Camera dalla presidente Manuela Ghizzoni in qualità di relatrice, che sinteticamente riportiamo, hanno contribuito a diradare le nubi all’orizzonte ed unire tutte le sigle sindacali.

Gli emendamenti chiedono:

  1. la cancellazione dell’aumento dell’orario di lezione da 18 a 24, delle modalità di fruizione delle ferie durante la sospensione delle lezioni.
  2. modifiche al fondo da ripartire per la valorizzazione dell’istruzione scolastica
  3. un ricollocamento dei docenti idonei ad altre funzioni ( un piano di ricollocamento che tenga conto delle effettive condizioni di salute e delle competenze acquisite) o la possibilità di “chiedere la risoluzione dal rapporto di lavoro, con diritto al trattamento di quiescenza se in possesso dei requisiti contributivi per l’applicazione dell’istituto della dispensa”
  4. di ridurre i tagli per i docenti all’estero.
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