La buona scuola: domani le linee guida del governo Renzi.

articolo scritto il 2 Settembre 2014

Manca veramente poco. Domani finalmente si saprà se la riforma della scuola annunciata con enfasi diverse settimane fa da Renzi riuscirà davvero a stupire positivamente. Ma intanto, il giorno dopo la presentazione del piano “Mille giorni”, Renzi è tornato a parlare delle novità in vista per il sistema scolastico svelando qualche tassello in più in conferenza stampa.
Ed è così, di annuncio in annuncio, che ci si avvicina alla “nuova stagione” della scuola italiana. Non più la rivoluzione annunciata per settimane dallo stesso premier “Vi stupiremo con effetti speciali”, era tornato a dire solo qualche giorno fa via twitter e nemmeno una riforma vera e propria, stando alla lettera di quanto affermato da Renzi. “Più che di riforma si parlerà di coinvolgimento sulla scuola, il programma è già pronto, è un report preparato da qualche giorno o settimana ma vogliamo riuscire a dare una visione più completa di quello che abbiamo fatto. È come se ci fosse un puzzle la cui cornice per noi è chiara e i cui pezzi saranno giorno dopo giorno inseriti”, ha detto Renzi mostrando per qualche istante la copertina rossa del rapporto intitolato “La buona scuola. Facciamo crescere il Paese”.
La sorpresa di Renzi sulla scuola è grande: il governo lavora per assumere dal 2015, oltre 100mila insegnanti per coprire supplenze, turn-over, spezzoni di orario, professori precari di sostegno. Un piano ambizioso che secondo le prime stime necessita di oltre un miliardo di euro. I tempi non si annunciano brevi. Infatti, pubblicate le linee guida, seguirà una consultazione pubblica di un paio di mesi, e al termine si definiranno i provvedimenti normativi. Per i neo immessi in ruolo è allo studio l’ipotesi di rivedere il meccanismo degli scatti d’anzianità per rendere meno oneroso possibile per lo Stato la ricostruzione di carriera. Ed è su questo capitolo quello degli scatti che si gioca un’importante partita quella appunto riguardante la valutazione dei docenti, che servirà per definire un sistema di incentivi economici e di progressione di carriera. “Proporremo agli insegnanti di superare il meccanismo atroce del precariato permanente e della supplentite, ma chiederemo loro di accettare che gli scatti di carriera siano basati sul merito e non semplicemente sull’anzianita”, ha annunciato il premier. Cambierà la figura del preside e sarà potenziata la sua autonomia: si passerà dal preside-dirigente al “preside-sindaco”, nel senso di curatore e tutore della comunità scolastica allargata; nelle intenzioni il dirigente scolastico, scrive il Messaggero, “curerà i rapporti col territorio e con il volontariato, che avrà luoghi e spazi nelle scuole e con il tessuto produttivo della zona, gestirà la flessibilità dei programmi che non saranno più uguali per tutti ma varieranno a seconda delle esigenze, delle idee e delle opportunità che dà il territorio in cui la scuola è situata”. E a proposito di aziende si parla dello sbarco di un sistema sul modello tedesco sulle nostre scuole: le aziende del territorio potranno proporre “contratti di apprendistato ai ragazzi delle scuole superiori” come occasione di formazione e di inserimento. In ultimo arriverà anche la riforma dell’insegnamento di sostegno: “Oggi i bambini disabili vengono trattati tutti alla stessa maniera, come se le patologie fossero tutti uguali; in più il sostegno viene usato come canale di ingresso all’insegnamento. Questa confusione fra i due canali verrà abolita dalla riforma”.

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